Il guerriero è colui che fa la guerra.

Guerra deriva dal germanico werra, che significa mischia. Potremmo intendere quindi la Guerra come un calderone in cui molte sostanze si mescolano e si combinano. È in definitiva un grande caos  da cui può scaturire una nuova sostanza e un nuovo equilibrio, daltronde è compito proprio del caos far giungere a una nuova combinazione pacifica gli elementi. Il guerriero è colui che fa parte di questo groviglio.

Per come intendiamo la guerra, solitamente, questo passa in secondo piano. Vediamo solo lo scontro, il voler arrecare danno all’altro e predominare su un altro elemento. Cosa sicuramente vera e di cui conosciamo il devastante risultato. Quello che con questo articolo voglio invece passare è l’importanza del reale significato che hanno queste parole, che ci accompagnano da secoli, soprattutto se utilizzate in ambito spirituale.

Si sente molto spesso parlare, specialmente nell’ambiente della spiritualità, di Guerrieri della Luce oppure di Guerrieri della Pace. Cosa si intende dire o come possiamo leggere al meglio questi termini? Di solito la spiegazione che si porta è questa: si identifica il Guerriero con la parte di sé vigile e in attenzione che lotta contro altre parti meccaniche e addormentate, al fine di risvegliare totalmente un corpo completamente cosciente, con perfetta volontà, capace di creare la propria realtà ed essere padrone di sé stesso. Letta in questi termini può essere ammirevole e convincente come cosa, anzi, quasi da seguire come buon esempio e stile di vita.

Bisogna fare molta attenzione però che un estremo non porti ad un altro.

Riprendiamo per un istante il significato originale della parola guerra, cioè mischia. In questo non c’è divisione ma bensì una unione, seppur caotica. Il vero guerriero spirituale non rifiuta, non combatte contro qualcuno, non divide, ma bensì unisce. Ecco che anche dentro sé stessi il lavoro da fare è proprio quello dell’osservazione. L’occhio separa certo, ma per vedere Tutto ciò che c’è.

Dentro noi stessi potremmo trovare: aspirazioni insieme a timori, entusiasmi mescolati a depressione, istinti impulsivi con giudizi morali, gentilezza con freddezza e distacco, coraggio nell’iniziativa insieme alla paura, buoni propositi fusi ad attaccamenti e vizi.

Il guerriero entra in questo calderone con estremo rispetto e una buona dose di curiosità e inizia a prendere atto di tutto ciò che c’è. Quale coraggio ci vuole per questa prima Opera lo sa solo chi ha sperimentato questo in sé stesso. Solo questo voler entrare dentro di sé provoca già dei cambiamenti importanti, trasformazioni che conducono a un nuovo stato. Solo la conoscenza di ciò che c’è dentro di noi può portare a modificare la sostanza di cui siamo fatti, per permetterci di raffinarla al meglio.

Ad esempio rifiutare l’invidia in sé stessi o tentare di eliminarla porta al risultato contrario, potrebbe farla cadere nell’ombra da cui può nuocerci indisturbata. Il guerriero, scende invece nelle caverne più oscure, per stanare i mostri e riportarli alla luce.

L’iconografia del guerriero per eccellenza è quella di San Michele. La sua spada non vuole uccidere il demone, è bensì uno specchio che riflette la luce divina, illumina cioè il drago-satana, unico modo per trasformarlo nell’Angelo che era stato un tempo. Quindi la ricerca della pace, della serenità, dell’illuminazione non passa attraverso la negazione del suo contrario, come non troveremo il bianco rifiutando il nero (pensate all’insegnamento presente nel famoso simbolo del Tao). 35

Fate in modo di diventare paladini dell’integrazione, sapendo sì distinguere una cosa dall’altra, ma non chiudendo gli occhi a quello che c’è. Cercate dunque tutte le cose che vi fanno stare bene, in un atteggiamento coscienzioso e giustamente critico.

Potreste spegnere la tv, evitare luoghi a bassa energia o amicizie inutili. Diventate guerrieri non di spada ma di testa e cuore, utilizzate l’intelligenza per risvegliare gli aspetti più sani in voi e guarire, con il giusto tempo e pazienza, le ferite dell’Anima. Siate buoni se potete, e umili servitori dello Spirito, orgogliosi dei vostri talenti e comprensivi con le vostre debolezze. La spada ai guerrieri non serve. Serve invece tanto coraggio per entrare nel mondo, con i suoi bianchi e neri indistinti, trovando la strada che conduce alla verità. Basta utilizzare l’occhio della curiosità, per scoprire dietro ogni novità un ponte per il cambiamento, la mano della comprensione per coccolare e guarire, la capacità critica per difendervi e fortificare il vostro Io, e il richiamo della Gioia, per percepire anche ad occhi chiusi, dove si trova il sentiero del vostro destino.

Buon viaggio amici e lieto camminare nel mondo a testa alta…fa molto bene alla cervicale e all’umore :).

Luca Carli

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