“…e un rombo di tuono spazzò l’aria.

Come d’improvviso il terremoto desta il bosco,

allora io fui colto da stupore:

qualcosa da lontano stava arrivando.

E nella notte lo sguardo rivolto alle stelle,

vidi come in un presagio,

bianchi falchi con ali spiegate

ad indicare il Loro ritorno.

Una stella cadente

dagli abissi dello spazio profondo,

luce abbagliante che si posò sulla Terra.

Gli Uomini d’Oro erano tornati,

viandanti stellari, fratelli d’oltre tempo.

Mi presero le mani,

ma con un sorriso rifiutai il loro invito.

Non era ancora giunto il momento…

…la Terra aveva ancora bisogno di me.”

(…)

Questa è la descrizione di un sogno. E per il solo fatto di essere la penna a dover segnare i contorni di qualcosa di per se misterioso e confuso, mai perfettamente chiaro, lascia nel lettore sicuramente tanti interrogativi. Prima di tutto in me stesso, ma posso dirvi che insieme alle domande c’è una Gioia profonda che ha accompagnato queste immagini. E al risveglio, un senso di perfezione, di compimento. se mi lasciate il termine forte vorrei dire di profetico! Non so chi siano questi Uomini vestiti d’Oro, so che dai loro occhi sgorgava come da una fonte zampillante puro Amore.

E la certezza, chiara e nitida, che la loro Casa sia tra le stelle.

Anzi più precisamente li sento come nomadi dello spazio, ricercatori dei misteri dell’Universo, viaggiatori tra infinite galassie. E nel loro sguardo mi sono riconosciuto, come se avessi ritrovato dei Fratelli che da tempo avevo perduto.

Del loro arrivo la Terra aveva colto il segnale. Infatti come ad accompagnarli e a dar loro il bentornato c’è stato un fremito del suolo, un rombo dal profondo. E poi enormi falchi ad ali spiegate hanno reso il loro omaggio, accompagnandoli nell’ultimo tratto del viaggio che dalle Stelle riportava questi misteriosi Esseri sul nostro pianeta. Nel mio cuore un sussulto vedendo la Luce abbagliante, puntini luminosi farsi sempre più grandi sulla volta celeste, nella notte stellata. Sembravano astronavi, ma più probabilmente era il mio occhio che interpretava qualcosa di indefinibile cercando di dargli una forma accettabile all’interpretazione logica, laddove di logico non c’era nulla. Ed ecco che mi ritrovo a tendere la mani al cielo, come a chiedere di salire sui loro vascelli e continuare così il mio Viaggio oltre il Sole. Erano Uomini, perchè d’improvviso me li ritrovai davanti. Non so come scesero sulla Terra dai loro punti di Luce ancorati al cielo. Vestivano una tunica dorata.

Avevano sentito il mio richiamo, ma non con le parole. Sembrava una comunicazione telepatica, ma anche in questo caso uso termini che non descrivono totalmente quello che è avvenuto. Uno di loro si avvicinò a me, mi chiese se volessi davvero andare con loro e mi prese le mani tra le sue. Allora sentì chiara in me la risposta. Il desiderio così forte e improvviso di abbandonare la Terra per partire sfumò pian piano dal mio Cuore. Colsi allora qualcosa di più profondo, come un ricordo, qualcosa che avevo accettato tempo addietro; una volontà che avevo dimenticato.

Risposi con gli occhi, senza parlare: “Ancora non è giunto il tempo, il mio compito è quì“.

L’Uomo dorato come se conoscesse già la risposta mi regalò un sorriso colmo di gratitudine. Ed anche io mi sentivo di dover ringraziare con tutto me stesso quel visitatore che mi aveva fatto ricordare, che mi aveva concesso di ritrovare chi ero e chi avevo scelto di essere. Allora il sogno come nebbia si dileguò e lasciò spazio al primo raggio di Sole del mattino.

Incontrare il Sé in sogno

Posso trovare un senso a tutto questo? Forse non è il caso, forse col tempo mi sarà più chiaro, ma ci provo comunque non fosse altro per capire la Gioia profonda che mi ha lasciato. All’inizio ho detto che per me è stato profetico. Con questo non voglio dire che arriveranno alieni su astronavi dallo spazio a dirci quello che dobbiamo fare o a rivelarci chi siamo, anche se guardare il cielo con fervente attesa è sicuramente molto poetico e dice molto sul nostro bisogno di connetterci con l’Alto e con qualcosa di più Grande. Ma se questo sogno non parla di extraterrestri a cosa può riferirsi?

Anche se è “solo” un sogno quello che ho fatto penso che i sogni siano porte su un Oltre, un modo che il nostro Io utilizza per superarsi e cogliere messaggi del proprio . Ecco che gli “Uomini dorati” possono rappresentare bene quel che non ha dimora fissa se non l’Universo intero. Questo  ci appartiene ed è la parte più grande di Noi, che conosce ogni cosa ed è unita al Tutto, ecco perché mi ci riconoscevo così bene guardando gli occhi di quell’Uomo spaziale.

Nel sogno Io e si incontrano e il dono nelle mani degli Uomini dorati è il Ricordo, come una scintilla di consapevolezza che scende dal Cielo e inonda il piccolo Io sulla Terra. Allora sì, ecco che un’interpretazione potrebbe essere questa:

il Sè comunica attraverso il sogno con quella parte conscia ma limitata e senza parlare rivela la scelta che un tempo ha fatto incarnandosi sulla Terra.

Una scelta volontaria, un desiderio che si è materializzato in un corpo fisico nell’incontro tra uno spermatozoo e un Ovulo.

Qual’è il proprio scopo di vita?

MotherGoddessEarthAbbiamo scelto di nascere su questo pianeta chiamato Terra ed un senso ci sarà credo, ora lo sento più che mai. E sento anche il respiro del pianeta, sento che le mie radici sono nella sabbia dell’Oceano e i miei rami accarezzano le nuvole. Ogni battito del mio Cuore è battito della Terra. A lei siamo tutti legati, a lei dobbiamo il nostro Grazie per la Vita, a Lei il nostro scopo e la nostra Forza.

La Terra, nonostante quello che se ne dica non sta soffrendo. Infatti l’umanità non ha il potere di decidere le sorti di un Pianeta. È invece la Terra che come da un profondo sonno si sta risvegliando: ci chiede solo di fare lo stesso e continuare a vivere in Armonia con le sue leggi. Vivrà più di noi certamente, milioni di anni a seguire oltre il tempo dell’Uomo. Eppure ci ama come una Madre.

Per Lei siamo Figli.

La Terra si è svegliata, tanti Uomini stanno facendo lo stesso ed il senso dell’Esistere in questo tempo è sussurrare all’orecchio del proprio fratello che non è più tempo di dormire.

Luca Carli.

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